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Circa i decreti: P. Pio ne fu campione di incassi



Giovanni Paolo II e San Pio da Pietrelcina.
Nel 1948 la posizione di Padre Pio in seno alla Chiesa non era ancora giunta al suo punto critico: Pio XII era un estimatore del «frate con le stigmate» e al suo arrivo sul soglio di Pietro, nel 1939, aveva ordinato al Sant'Uffizio di «lasciare in pace Padre Pio». Il religioso era stato già in contrasto con il Sant'Uffizio: a partire dal maggio 1923, questo aveva emanato cinque decreti contro di lui e altri documenti ufficiali che sconfessavano la «soprannaturalità» dei fenomeni mistici che gli venivano attribuiti, in particolare le stigmate. In quel periodo, quindi, il clero di tutto il mondo sapeva che, ufficialmente, la Chiesa aveva preso le distanze da quel religioso e aveva invitato tutti a non frequentarlo. Ciò malgrado, Wojtyla volle conoscerlo. Ad aprile del 1948,
durante le vacanze di Pasqua, partì per il Gargano con un seminarista suo connazionale e si trattenne qualche giorno nel paese in cui viveva Padre Pio. Le cronache registrano che ebbe vari incontri con il frate e che andò a confessarsi da lui. Nel novembre 1962 quando Wojtyla, già vescovo, era di nuovo a Roma per il Concilio, inviò una lettera a Padre Pio chiedendogli l'intercessione per la salute di una sua amica affetta da una grave neoplasia. La signora guarì, a detta dei medici stessi, in modo prodigioso. Il carteggio epistolare di tale evento (che comprende anche una lettera di ringraziamento spedita 11 giorni dopo la prima) è conservato come testimonianza.


Wojtyla dimostrò sempre grande considerazione per il frate di Pietrelcina; fu proprio durante il suo pontificato che il frate fu prima beatificato (2 maggio 1999) e poi canonizzato (16 giugno 2002). 
 Come discernere se alcune ispirazioni vengono veramente da Dio
…Ebbene ecco i segni per conoscere se tali raggi di luce provengono dal Padre dei lumi. Questi segni si riducono a
tre. Il primo è che tali luci producono una conoscenza di Dio sempre più ammirabile, il quale a misura che a noi si
disvela, ci dà sempre un’idea più alta della sua incomprensibile grandezza. Ci porta insomma tale luce sempre più ad
amare Iddio nostro Padre…Il secondo segno è una conoscenza sempre più grande di noi stessi, un sentimento sempre
più profondo di umiltà al pensiero che creatura sì vile abbia avuto l’ardire di offenderlo, e che sia ancora ardita di
guardarlo…Il terzo è che questi raggi celesti producono nell’anima un disprezzo sempre più grande per le cose tutte di
questa terra, eccettuate quelle sole che possono tornar utili pel servizio del suo Dio. Ora se tali raggi di luce producono questi tre effetti nell’anima, teneteli come provenienti da Dio…
(Pietrelcina, 25 aprile 1914, p. 28)
Come discernere se alcune ispirazioni vengono veramente da Dio
…Ebbene ecco i segni per conoscere se tali raggi di luce provengono dal Padre dei lumi. Questi segni si riducono a
tre. Il primo è che tali luci producono una conoscenza di Dio sempre più ammirabile, il quale a misura che a noi si
disvela, ci dà sempre un’idea più alta della sua incomprensibile grandezza. Ci porta insomma tale luce sempre più ad
amare Iddio nostro Padre…Il secondo segno è una conoscenza sempre più grande di noi stessi, un sentimento sempre
più profondo di umiltà al pensiero che creatura sì vile abbia avuto l’ardire di offenderlo, e che sia ancora ardita di
guardarlo…Il terzo è che questi raggi celesti producono nell’anima un disprezzo sempre più grande per le cose tutte di
questa terra, eccettuate quelle sole che possono tornar utili pel servizio del suo Dio. Ora se tali raggi di luce
producono questi tre effetti nell’anima, teneteli come provenienti da Dio…
(Pietrelcina, 25 aprile 1914, p. 28)Quali sono i criteri per valutare se un fenomeno straordinario è autentico?
1. I fenomeni straordinari non devono mai essere interpretati da soli, ma rapportandoli ad altri eventuali
fenomeni vissuti dal soggetto.
2. Bisogna verificare la santità di vita del soggetto.
3. Non è la presenza di questi fenomeni a provare la santità di un soggetto, ma è la santità della persona a
dimostrare l’autenticità dei fenomeni straordinari.
4. Questi doni straordinari non è prudente richiederli a Dio in quanto sono pericolosi da gestire per la vanagloria
e la superbia che possono suscitare.
5. Questi doni straordinari devono essere accolti con senso di responsabilità, gratitudine ed umiltà.
“Dio sa meglio di noi quello che ci conviene, ed ha cura dei nostri interessi assai più di noi, e sa quello che
conviene a ciascuno”. (Santa Teresa d’Avila)
Fenomeni di ordine corporale
1. L’estasi
è un’alienazione dei sensi (un uscire dai sensi), calma e di solito presentita, che può accompagnarsi al
dolore.
L’estasi soprannaturale è uno stato che in tutta la sua durata vede presenti due elementi:
1. un’attenzione assai forte ad un soggetto religioso (interiore e invisibile);
2. l’alienazione dei sensi (corporale e visibile).
Non bisogna credere che nell’estasi, od immediatamente dopo, tutto sia gioia. Vi sono estasi più o meno dolorose.
Ciò dipende dagli attributi che Dio manifesta e dalle cognizioni secondarie che vi aggiunge.
L’estasi può rassomigliare alla letargia, alla catalessi e agli stati ipnotici. Le vere estasi, però, accrescono
l’intelligenza e la volontà; durante esse l’anima mentre è priva di sensi è presa da cognizioni intellettuali di ordine
superiore e provocano un progresso nelle virtù.
Secondo alcuni teologi si tratta di un fenomeno interiore che rientra nel normale sviluppo dei gradi di preghiera
mistica e costituisce un "normale" sviluppo della vita cristiana. Come fenomeno esterno, in realtà, si parla di
estasi come di uno stato alterato di coscienza, o secondo una definizione più classica "di un sopore soave e
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progressivo fino a giungere alla totale alienazione dei sensi". L'estatico, sebbene non veda, non oda, non senta
nulla, non è addormentato, né morto. Il suo volto è radiante e come trasportato in un altro mondo. Il termine
"estasi" suggerisce una specie di uscita e permanenza fuori di se stessi: l'anima esce (o prescinde) dai sensi
corporali per fissarsi immobile nell'oggetto soprannaturale che attrae e assorbe le sue potenze.3. Le stigmate
sono la comparsa spontanea di ferite che riproducono le piaghe di Gesù crocifisso.
1. Normalmente si formano nelle mani, nei piedi ed al fianco, ma si danno anche ferite sulla testa, come
da una corona di spine, e sull’intera superficie del corpo, come in seguito ad una flagellazione.
2. Le ferite possono essere permanenti o periodiche, simultanee o successive. Il fenomeno ha luogo quasi
sempre nei soggetti che vanno in estasi frequentemente, ed è sovente preceduto da sofferenze fisiche e
morali. La forma, la grandezza, l'ubicazione o altre circostanze accidentali sono varie secondo i casi. Le
stigmate sono prodotte quasi sempre in soggetti estatici e frequentemente vengono precedute o
accompagnate da fortissimi tormenti fisici e morali.
3. La psichiatria moderna ha verificato che l’immaginazione umana possiede una potenza sufficiente a
produrre ferite nel corpo. E’ possibile, quindi, che se una persona desidera soffrire la passione di Gesù e
possiede, con una vivida immaginazione, forti poteri di concentrazione, arrivi a prodursi queste ferite
per autosuggestione od autoipnosi.
4. Nella storia dei santi stigmatizzati succede però di solito che il fenomeno li coglie di sorpresa, ed essi
cercano di nascondere le stigmate, chiedendo a Dio di rimuoverle.
5. Va tenuto presente, inoltre, che le vere stigmate si formano costantemente là dove la tradizione pone le
piaghe di Cristo, sanguinano nei giorni o nei momenti nei quali si commemora la passione di Gesù, non
vanno in suppurazione, emettono sangue pulito, non possono essere guarite con terapie mediche, si
verificano in persone che praticano la virtù in grado eroico e nutrono un amore appassionato per Gesù
crocifisso, compaiono nel contesto di estasi e preghiera e sono istantanee. Tutti aspetti che sono assenti
nei casi psicologici (le false stigmate).
4. Le rivelazioni particolari
Manifestazioni aventi Dio per causa, che rivelano realtà nascoste, concernenti una situazione
particolare della Chiesa, o di uno o più dei suoi membri a loro vantaggio spirituale.
1. Le rivelazioni sono le manifestazioni soprannaturali di verità occulte o di segreti divini fatte da Dio per
il bene generale della Chiesa o per l'utilità particolare dell'anima che le riceve. Si distinguono
in: “pubbliche” (rivolte a tutta la Chiesa) e private (rivolte ad una persona in particolare).
2. Ai fini delle nostre pagine mistiche interessano soltanto le seconde. Il dono della profezia è sempre
esistito, ma occorre precisare che tutte le rivelazioni di Dio successive a quelle fatte ai profeti e agli
apostoli e contenute nella S. Scrittura e nella Tradizione successiva, non entrano nel c.d. deposito della
fede.
3. Ai fini di un loro discernimento, si riassumono i principali criteri:
- sono false quelle rivelazioni che si oppongono al dogma o alla morale;
- sono sospette quelle rivelazioni contrarie alla dottrina comune dei teologi e che vorrebbero
decidere su quello che liberamente si discute;
- non deve essere respinta come falsa una rivelazione che abbia un dettaglio o una parte
effettivamente falsa, senza considerare il resto;
- non si deve considerare divina una rivelazione per il fatto che si compì in parte o in tutto,
perché potrebbe essere un effetto della casualità;
- si devono respingere rivelazioni che abbiano per oggetto cose inutili, curiose o sconvenienti,
quelle che sono prolisse senza necessità o sovraccariche di prove e di ragioni superflue;
- il temperamento e il carattere della persona soggetto di rivelazione deve essere valutato insieme
agli effetti che tale rivelazione produce nell'anima.
4. Le rivelazioni si compiono mediante percezioni visive o mediante parole o tramite entrambe. Nel primo
caso si parla di visioni ed apparizioni, nel secondo di locuzioni:
I. La visione
E’ la percezione visiva di una realtà che in circostanze ordinarie non può essere conosciuta.
Percezioni soprannaturali di un oggetto naturalmente invisibile all'essere umano.
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Si distinguono in: 1) visioni corporali (apparizioni); 2) visioni immaginarie; 3) visioni intellettuali.
A. Visioni corporali
Dette anche apparizioni, sono quelle in cui il senso della vista percepisce una realtà oggettiva
(non necessariamente un corpo umano, ma anche una forma esteriore sensibile o luminosa)
naturalmente invisibile all'uomo. Si può produrre in due maniere: o per la presenza vera di un
corpo o per un'azione immediata esercitata da un agente esterno sull'organo della vista.
B. Visioni immaginarie
La visione immaginaria è una rappresentazione sensibile interamente circoscritta alla
immaginazione e che si presenta in modo soprannaturale allo spirito con una vivacità e
chiarezza superiore alle stesse realtà fisiche esteriori. Si può produrre in tre maniere: mediante
la rappresentazione delle immagini ricevute dai sensi; mediante la combinazione soprannaturale
di queste specie acquisite e conservate nell'immaginazione; mediante nuove immagini infuse. Si
tratta di una visione più elevata di quella corporale; più estesa, in quanto può rappresentare cose
non solo presenti, ma passate o future; si verifica durante il sonno o anche quando si è svegli.
Le sue forme più frequenti sono: rappresentativa (l'apparizione di un santo) e simbolica.
C. Visioni intellettuali
Si tratta di una conoscenza soprannaturale che si produce mediante una semplice visione
dell'intelligenza senza impressione o immagine sensibile. Si distingue dalla percezione naturale
dell'intelligenza per alcune caratteristiche: 1) per il suo oggetto, che sorpassa le forze naturali
dell'intelletto, essendo improvvisa, immediata e senza dimostrazione di conoscere il lavorio e la
lentezza del ragionamento; 2) per la sua durata, permanendo per molti giorni, settimane o mesi;
3) per i suoi effetti che l'accompagnano, ossia l'amore che muove l'anima, la pace
inconfondibile, il desiderio delle cose celesti, il disgusto di ciò che non è Dio. La visione
intellettuale mistica si produce indifferentemente durante il sonno, la veglia o l'estasi. Due sono
gli elementi: l'oggetto manifestato e la luce che lo illumina. Spesso si tratta di un oggetto
ineffabile, visto che le anime non riescono poi a spiegarlo nel linguaggio umano, non trovando
formule equivalenti. Inoltre, altro elemento che la contraddistingue, è la certezza assoluta, ossia
una visione così chiara su cui non si può dubitare.
Le visioni sensitive e quelle immaginative possono avere origine soprannaturale, ma, secondo
l'esperienza e gli insegnamenti dei grandi mistici, sono molto rare. Quasi sempre si tratterebbe
di illusioni o allucinazioni naturali o di inganni diabolici. Le illusioni e le allucinazioni sono
condizionate da particolari stati fisici e psichici tra cui stanchezza, inedia, insonnia, facilità di
immaginazione. Per quanto attiene alle visioni intellettuali sembra più facile riconoscerne
l'autenticità, data la fermissima certezza che includono.
2. L’apparizione
Si differenzia dalla visione in quanto si limita alla sfera dei sensi, mentre la visione può essere
intellettuale.
3. Le locuzioni
Sono comunicazioni di messaggi divini trasmessi mediante parole.
Sono formule che enunciano affermazioni o desideri e si riferiscono unicamente al linguaggio articolato
percepito mediante l'udito corporale. Si distinguono in:
· AURICOLARI: sono quelle percepite per mezzo dell'udito. Si tratta di vibrazioni
acustiche formate nell'aria.
· IMMAGINARIE: sono quelle che si percepiscono chiaramente con l'immaginazione sia
durante il sonno che in stato di veglia. Possono procedere non solo da Dio, ma anche dagli
angeli buoni o cattivi. Quelle che provengono da Dio lasciano nell'anima umiltà, fervore,
spirito d'obbedienza a differenza di quelle diaboliche che lasciano invece aridità,
inquietudine, insubordinazione, vanità.
· INTELLETTUALI: sono quelle udite direttamente nell'intelletto senza concorso di sensi
interni ed esterni. Giovanni della Croce distingue le locuzioni intellettuali in tre specie:
successive, formali e sostanziali.

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