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Veggenti e Santità

veggenti Garabandal
Cari amici vi proponiamo una lettura di Padre Angelo Tentori su alcuni quesiti che sottoponete alla nostra attenzione attraverso e-mail. In questo caso si tratterà della verità dei fatti al di là delle fragilità umane. Continuate a scriverci...
Vorrei saper se è vero che la veridicità di un'apparizione dipende dal carattere o dalle caratteristiche di un veggente?
VEGGENTI E SANTITA’A questo proposito gioverà prestare attenzione a quanto scrive Padre Tentori:
“La verità delle apparizioni non dipende dal carattere o genere di vita dei veggenti. Purtroppo dobbiamo riconoscere che i teologi hanno codificato troppo i comportamenti nei fenomeni mistici e nelle rivelazioni private. Hanno stabilito loro come devono avvenire le “estasi”, come deve essere la loro vita prima, durante e dopo i favori celesti. Ne hanno fatto degli schemi assoluti, stabilendoli come criteri di giudizio per raggiungere la verità. E, stranamente, sia pure in buona fede, giungono a pretendere dalla Madonna...
Alphonsine Ruanda
 alcuni comportamenti secondo i loro canoni. Per fortuna la Madonna ha sempre dimostrato di sentirsi libera da ogni schema, di agire, volta per volta, in modi diversi, adattandosi ai tempi, ai luoghi, alle culture e soprattutto alle persone. Lei è libera di scegliere le modalità; modalità che si ripetono in alcuni casi e in altri no.
Si è fatto un criterio assoluto, ad esempio, della salute psicofisica della veggente e della sua famiglia. Eppure la Madonna è apparsa anche a figli di alcolizzati. Del resto qualche tara ereditaria l’abbiamo tutti, in misura più o meno accentuata. Spesso si è preteso che già prima delle apparizioni i veggenti fossero dei modellini di santità e di ogni virtù che nel periodo delle apparizioni avessero già raggiunto le perfezioni e che, in seguito, tutta la loro esistenza facesse concorrenza a quella degli angeli. Si esigeva che fossero in tutto e per tutto coerenti con i messaggi ricevuti dal Cielo e che non dovessero sposarsi; perché si diceva: “Chi ha visto la Madonna non può sposarsi”. Come se lo sposo (o la sposa) del veggente entrasse in competizione con Maria. In realtà, la Madonna non ha paura di scegliere i suoi confidenti dalla “strada comune” e quotidiana della vita. Non ha paura di prendere i veggenti così come sono, con le loro tare familiari, con i loro difetti, le loro passioncelle, le loro sgradevolezze o le loro meschinità, proprio come il Suo Gesù ha scelto i suoi discepoli dalla “strada”, COSI’ COME LI HA TROVATI, con la loro rozzezza e ignoranza.
Angela Volpini
Maria Santissima ha inoltre dimostrato di rispettare moltissimo i veggenti, specialmente se sono bambini nelle diverse fasi della loro età evolutiva. Se piccoli li lascia piccoli. Non li fa diventare adulti in un sol colpo. Non toglie loro i difetti o le tentazioni ma li invita e li incoraggia a superarli, a correggersi. Non li esime dallo sforzo quotidiano, non interviene per evitare loro cadute e il dovere ricominciare da capo.
Debora Manduria
E permette perfino che la trasmissione dei suoi messaggi a volte sia condizionata, almeno parzialmente, dalla loro fragilità, dalla loro stanchezza, dai loro stati d’animo, dalla loro sensibilità, dalla loro capacità conoscitiva. Permette addirittura che talvolta dimentichino, che si confondano tra un apparizione e un’altra, che non afferrino bene il significato di qualche parola o di qualche concetto che trasmettano parzialmente, deformato in qualche dettaglio, che Lei ha rivelato loro.
Come non impedisce che, in qualche modo, possa entrare in gioco la loro fantasia, il loro ragionamento e persino la loro interpretazione. Lascia che in certi momenti la pressione della folla li confonda, almeno temporaneamente, e li suggestioni con interpretazioni a cose che mai la Madonna si era sognata di dire, ma che il veggente, nella confusione mentale che gli hanno creato, pensa di aver udito. Per non parlare di palesi contraddizioni e di variazioni di particolari nelle diverse descrizioni.
E permette che qualche veggente, affranto dalla stanchezza, dal logorio nervoso e dalla solitudine, giunga perfino a dire che non ha visto né udito niente, pur di essere lasciato un po’ in pace, tutto questo può permettere la Madonna e altro ancora. E allora dovremmo per tutto ciò accusare la Madonna solo perché ciò a noi non piace? O concludere che la Madonna non è apparsa e che i veggenti si sono inventato tutto, coscientemente o incoscientemente? O accusare la Vergine di non essere abbastanza chiara e di non averci dato sufficienti prove? Forse alcune apparizioni in questo secolo sono state troppo facilmente accantonate in attesa di fatti nuovi, quali? E quali sarebbero quelli convincenti? Non si sa.Non si può dimenticare che non tutte le apparizioni sono uguali, o rivestono la stessa importanza e nello stesso ambito.

Ivanka Medjugorje
 Alla sovrana libertà della Vergine Maria, ed ultimamente del Signore, circa il quando, il come ed a chi manifestarsi, corrisponde la libertà del fruitore di palesare la sua esperienza. Proprio la gratuità dell’apparizione esige il diritto e la libertà di manifestarla e di difenderla da parte del recettore.
La Madonna non ha bisogno del permesso di alcuno per apparire e di fatto non lo chiede, anche se può chiedere la docilità alla Chiesa.Maria non dice mai ai veggenti di chiedere un’autorizzazione per poter parlare della visione. L’apparizione, infatti, è un carisma legato ad una persona in particolare, ma quasi mai è destinato a restare rigorosamente in ambito privato. (Cfr “La Madonna a Ghiaie di Bonate? Una proposta di riflessione”- Ed. Paoline)


1 commento:

  1. E' un tema interessante questo dedicato ai veggenti e al loro "status", ed è perfettamente pertinente, in questo senso, il caso di Angela Volpini, che voi stessi avete segnalato apponendo la sua foto in questo post. La sua vicenda è molto particolare e secondo me molto indicata per spiegare che cosa succede nell'ambito dei rapporti fra veggenti e gerarchia ecclesiastica. Cito una sola frase tratta dal suo libro "Resurrezione di Dio" che mi pare emblematica rispetto al tema che voi ponete: - "Se io non ti chiedo di credermi, perché tu mi chiedi di obbedirti? Tu non mi credere e io non ti obbedisco". Questa frase sintetizza la difesa della mia coscienza, della mia esperienza, della mia libertà e della mia cultura autonoma, ed è la conclusione del mio primo impatto col mondo che, prima di allora, anche se più o meno sapevo esistesse, non pensavo dovesse entrare tanto violentemente nella mia vita. Questo mondo si chiamava "vescovo" -. Per maggiori approfondimenti visitate il sito: http://www.angelavolpini.it

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